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TANGENTENFLÜGEL

un pianoforte del settecento

Tangentenflügel

Durante tutto il XVIII secolo sorsero vari tentativi, da parte di costruttori di strumenti musicali, rivolti a dotare il cembalo di una meccanica che potesse far percuotere le corde invece che pizzicarle.

A stimolare tali ricerche contribuirono senz’altro la diffusione della notizia relativa all’invenzione, da parte del cembalaro padovano Bartolomeo Cristofori, di in nuovo tipo di cembalo in grado di produrre “il piano e il forte” mediante la percussione delle corde ad opera di martelletti, ma anche la fama conquistata dal Pantaleon, sorta di grande salterio a corde percosse da bacchette, che prese appunto il nome dal suo inventore Pantaleon Hebenstreit.

È curioso notare come l’influenza del Pantaleon sia rimasta fra i musicisti e i costruttori fino ai primi decenni dell’Ottocento: non di rado Chopin chiama Pantaleone il Pianoforte.

Se Bartolomeo Cristofori aveva ideato una meccanica particolarmente complessa e perfettamente funzionale e che conteneva già i principali elementi costitutivi della moderna meccanica del pianoforte (spingitore, leva intermedia, scappamento, paramartello, smorzatore, una corda ecc.), molti altri modelli di meccanica rimasero per tutto il Settecento ancora legati al principio di funzionamento del Clavicembalo.

Marius e Veltman in Francia e Schroter in Germania, per citare i più conosciuti, avevano semplicemente utilizzato in varie forme il funzionamento del salterello del cembalo, per colpire direttamente la corda.

Nel vasto e variegato panorama settecentesco dei vari tipi di pianoforti con meccanica ispirata alla meccanica del cembalo spicca il nome di Jacob Späth, costruttore di cembali, clavicordi e organi in Ratisbona, che portò questo tipo di meccanica ad un grado elevato di efficenza.

Späth, che aveva coniato per i suoi pianoforti l’appellativo Tangentenflügel, godette di una notevole fama, che varcò i confini della Germania.

Forkel, considerato il fondatore della scienza moderna della musicologia, così si esprime sul finire del ‘700 a proposito dei Pianoforteinstrumente di Späth:

Spath (Franz Jakob), costruttore di strumenti a Regensburg, costruisce una varietà di strumenti a tastiera [Clavierinstrumenten] di rara qualità. I suoi Pianoforteinstrumente in forma di cembalo [Flügel] sono eccezionalmente superiori, non solo per la loro straordinaria, pulita e duratura lavorazione ma anche per il loro completo meccanismo. Il prezzo di tali strumenti è 40 ducati. Il signor Spath adesso lavora col genero Schmahl.

Forkel indica tutti gli strumenti a corde percosse Pianoforteintrumente anche se in realtà nel settecento gli appellativi per indicare il nuovo strumento a corde percosse furono molti, in relazione alle loro caratteristiche e all’area geografica di appartenenza: nei paesi di lingua tedesca veniva denominato Forte-Piano, Flügel, Piano-forte, Clavecin, Pantalon, Pianoforte e Fortepiano, Bienfort e Fortbien mentre in Francia, clavecin à maillets (o semplicemente clavecin), Cymbal d’Amour, e in Italia cembalo a martelletti, cembalo a piano e forte o ancora semplicemente cembalo.

Il termine Tangentenflügel, coniato dal suo costruttore, che si aggiunse alla già lunga lista di nomi, ingenera in tempi moderni qualche equivoco.

Curt Sach, nel Real-Lexikon der Musikinstrumente, del 1913, definiva il tangentenflügel «uno strumento ibrido tra il clavicordo, il clavicembalo e il fortepiano».

In realtà il Tangentenflugel non si riferisce ad una categoria a parte di strumenti a tastiera, ma ad un particolare modello di pianoforte settecentesco.

Giova ricordare a questo proposito il passo della famosa lettera di Mozart indirizzata al padre nell’ottobre del 1777:

“Comincio subito dai pianoforti di Stein. Prima d’aver veduto i lavori di Stein gli strumenti di Späth erano i miei preferiti, ora però devo dare la preferenza a quelli di Stein, perché smorzano molto meglio di quelli di Regensburg. Se premo una nota forte il suono cessa immediatamente appena l’ho fatto sentire, sia che tenga la nota sia che la lasci. Posso toccare la tastiera come voglio, il suono resta sempre lo stesso, non striscia, non è né più forte né più debole e non manca mai; insomma va sempre bene. È vero, non dà un simile Piano forte per meno di 300 fiorini ma la fatica e la perizia che ci mette sono da pagarsi. I suoi strumenti hanno specialmente questo di diverso dagli altri, che sono fatti con lo scappamento ed è uno dei pochi che lo fa. Ma senza scappamento è impossibile che un pianoforte non strascichi o non continui a vibrare. I suoi martelletti scattano indietro appena hanno toccato le corde che si tenga giù il tasto o meno (…) Anche il meccanismo che si pigia col ginocchio è fatto molto meglio da lui che dagli altri: basta toccarlo e va subito e appena si scosta un po’ il ginocchio non si sente più nemmeno la minima risonanza.”

La lettera porta a qualche considerazione.

In primo luogo si può notare come le riserve espresse nei confronti dei Tangentenflugeln di Späth (preferiti da Mozart fino a quel momento) sono tutte riferite al funzionamento della meccanica;

Tali riserve si possono ampiamente condividere tenendo conto che la meccanica del Tangentenflugel è tanto semplice quanto estremamente delicata e bisognosa di costante manutenzione. Manutenzione che esige oltre che perizia una buona dose di pazienza in quanto l’intervento anche su un singolo elemento implica lo smontaggio di tutta la serie dei percussori e degli smorzatori.

È probabile che Mozart si sia imbattuto spesso in strumenti in stato di efficienza non perfetto, mentre nella fabbrica di Stein avrà certamente trovato strumenti appena costruiti e collaudati.

Illuminante l’allusione di Mozart al meccanismo degli smorzatori, e al “meccanismo che si pigia col ginocchio”. Negli strumenti di Späth gli smorzatori sono costituiti da una sottile striscia di pelle tesa a forma di V che si inserisce fra le due corde di ogni nota, un sistema già presente negli strumenti di Silbermann. E’ facile immaginare l’assoluta precisione con la quale questo tipo di smorzatore deve essere costruito e posizionato per smorzare correttamente e quanto l’usura influisca col tempo sulla regolarità di funzionamento.

Dalle parole di Mozart risulta però più interessante notare come non venga fatto nessun accenno alla sonorità, al timbro, alle possibilità espressive dei due tipi di pianoforti.

Ciò fornisce delle chiare indicazioni sul modello sonoro che soddisfaceva le esigenze artistiche di Mozart.

Tutte le composizioni per pianoforte di Mozart fino al 1777 trovavano da parte sua, come si evince dalla lettera, soddisfacente realizzazione sui pianoforti di Späth.

Considerando che i Pianoforti di Späth erano provvisti di percussori senza rivestimento, cioé con le linguette di legno nudo non ricoperte di pelle poste sulla sommità, e che anche Stein fino ai primi anni 80 del ‘700 utilizzava teste dei martelli di legno non ricoperte di pelle, possiamo immaginare quale dovesse essere l’ideale timbrico dei pianoforti preferiti da Mozart.

 

Note sul Restauro
del Tangentenflugel attribuito a Späth e Schmahl
a cura del settore studi e ricerche

Lo strumento, prima di giungere al Museo per il restauro, si trovava in una casa privata con semplice funzione di elemento d’arredamento.

Intorno agli anni 60 del Novecento era stato probabilmente tentato un intervento di restauro ad opera di Mirko Speronello, provetto restauratore ed accordatore di Pianoforti in Padova, autore di un trattato sull’accordatura.

L’intervento di Speronello era iniziato con la rimozione delle corde evidentemente arrugginite e giudicate inservibili e degli elementi superstiti della meccanica, che erano stati riposti in una scatola di cartone e indicati come “martelletti della pianola”.

Scatola di SperonelloSi trattava di una buona parte dei percussori, di frammnti di smorzatori, della totalità delle caviglie, di alcune leve intermedie staccatesi dalla barra e di altri vari elementi (avori, frammenti di filetti ecc.).

Evidentemente lo Speronello, trovandosi di fronte ad uno strumento che non conosceva affatto (che aveva denominato pianola), dotato di una meccanica mai vista, avrà probabilmente desistito dall’impresa limitandosi a ricostruire due tasti mancanti alla tastiera per rendere lo strumento accettabile alla vista

Dopo le operazioni di pulizia e di ricognizione e catalogazione degli elementi è iniziata l’operazione di restauro, affidata a Giuseppe Tolin per la parte strutturale dello strumento e al settore Studi e Ricerche della Fondazione per la lo studio dei materiali e la ricomposizione della meccanica.

L’attribuzione a Späth e Schmahl è risultata subito evidente non solo in considerazione della struttura generale ma soprattutto per la sostanziale identità di progettazione dell’apparato meccanico, per la forma e dimensione dei suoi elementi costitutivi, e financo per alcuni particolari estetici (aspetti del mobile, scelta di materiali, modanature ecc.).

Negli strumenti di Späth e Schmahl i loro nomi comparivano scritti a penna insieme alla data di costruzione e alla loro città (Regensburg) sulla tavola armonica vicino al lato dritto.

Disgraziatamente lo strumento in oggetto presentava la tavola armonica ampiamente e fortemente macchiata da spargimenti di liquido che possono aver cancellato ogni scritta. Alcune vistose fenditure erano state semplicemente ricoperte da striscie di tela a testimonianza della assoluta incompetenza e trascuratezza di precedenti “riparatori”.

tavola prima del restauroLa rimozione della Tavola armonica è risultata abbastanza agevole in quanto già scollata in alcuni punti. Il suo spessore rilevato si aggira fra i 3,5 e 4 millimetri.

Le fenditure sono state ricomposte e le catene reincollate con appropriata curvatura.

La lista d’attacco della cordiera presenta una particolarità inconsueta. La porzione relativa al registro grave ( da FF a ) risulta più alta del ponticello.

Le corde, attraversando le esse dei puntini del ponticello, non esercitano, come normalmente avviene nei pianoforti, una pressione sul ponticello stesso ma una sorta di sollevamento e torsione.

Il distanziatore, in legno, è posto fra b e c’, e passa attraverso la rastrelliera degli smorzatori, imprigionandola, e sopra la rastrelliera dei percussori (che poggia ai due lati delle sponde). La rimozione delle due rastrelliere risulta quindi impossibile una volta montate le corde.

La meccanica, come si è detto è molto semplice, ed è costituita dal tasto cui è attaccato uno spingitore che agisce su una leva intermedia che spinge a sua volta una sorta di salterello, simile a quello del clavicembalo, che va a percuotere la corda.

I tasti della zona degli acuti presentano una curiosa particolarità presente qualche volta nelle tastiere del ‘700. I tasti diatonici sono identificati oltre che da un numero progressivo anche dalla nota relativa segnata sul pentagramma.

numerazione tasti e note corrispondentiEra presente al momento del restauro il 70 % dei percussori (indicati col termine tangenten, da cui l’appellativo coniato da Späth per i suoi strumenti) alcuni dei quali ricoperti variamente di qualche strato di pelle non originale.

percussoreLo smorzatore (astina di legno cui è attaccata la striscia di pelle tesa a V) è spinto dall’estremità del tasto. L’asticella passa in mezzo alle due corde di ogni nota ed è guidata dalla fenditura della rastrelliera, per cui l’elemento smorzatore (la striscia di pelle) non ha possibilità, come nei normali apparati, di essere regolato nella sua posizione.

smorzatore integro

frammenti di smorzatori superstitiNelle sue produzioni successive Schmall si adeguerà ai criteri più consueti non facendo più passare l’asticella in mezzo alle corde ma in fianco, permettendo così al pannetto o al cuneo smorzatore di essere corretto nella sua posizione.

Lo strumento era provvisto di alcuni registri, come d’uso nei pianoforti dell’epoca.

Dei suddetti registri sono rimaste tracce e impronte relative a ginocchiere e registri a mano.

Si sono potuti ricostruire agevolmente il meccanismo relativo al sollevamento degli smorzatori, allo spostamento laterale degli spingitori (per ottenere l’effetto “una corda”) e al moderatore.

L’inaugurazione del restauro ha avuto luogo nel 2018 con un programma dedicato a Mozart eseguito dal pianista Franco Angeleri.

Lo strumento fa parte temporaneamente della collezione della Fondazione

Sul Canale Youtube Fondazione Musicale Masiero e Centanin sono presenti altri video con musiche registrate sul Tangentenflügel del Museo.

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