PIANOFORTI DA VIAGGIO

A differenza di quasi tutti gli altri strumenti, quelli a tastiera, per le loro dimensioni e peso, non possono essere trasportati dal suonatore. Ad ovviare a questo inconveniente è stata studiata nel tempo qualche soluzione: l’organo portativo da appoggiare sulle ginocchia o su un supporto, da suonare con la sola destra mentre la sinistra aziona il mantice, le “ottavine” piccole spinette da appoggiare sul tavolo, usate per “guidare” l’intonazione del coro o del cantante, i cembali pieghevoli, per citare gli esempi più diffusi. Al giorno d’oggi le tastiere elettroniche possono fornire le più straordinarie prestazioni ed essere trasportate come una valigia. Verso la metà dell’Ottocento il costruttore di pianoforti J. Semple riuscì a contenere una sorta di pianoforte nelle dimensioni di un baule. Lo strumento, chiuso, si presenta come un piccolo scrittoio. Nonostante l’apparenza lo strumento (che chiuso si presenta come un piccolo scrittoio) contiene al suo interno tutti gli elementi di un normale pianoforte (corde, telaio in ferro, meccanica). Dopo averne svitato le quattro gambe assume l’aspetto di un grosso baule che, caricato sulla carrozza, veniva presumibilmente trasportato con facilità nella residenza di campagna o in luoghi di soggiorno durante le vacanze.

La casa Blüthner forniva all’inizio del ‘900 dei minuscoli pianoforti verticali. Non si tratta di strumenti per bambini, costruiti per finalità didattiche, in quanto i tasti, seppur ridotti di numero, hanno dimensioni normali e la meccanica non presenta quelle facilitazioni di funzionamento dei pianoforti miniatura per piccole mani. Grazie alle sue dimensioni e al peso molto ridotto, essendo costruito con materiali particolarmente leggeri, fu concepito appositamente per trovare facile collocamento in piccole imbarcazioni da diporto. Da ciò il termine “Pianoforte da Yacht” usato per la sua identificazione.

Anche il Dulcitone (precursore della Celesta) può essere considerato uno strumento a tastiera da viaggio per le dimensioni ridotte e per essere in grado di mantenere inalterata l’accordatura negli spostamenti anche in zone climatiche critiche.