MANDOLINO E MANDOLA
Il mandolino ha acquisito la forma che gli viene riconosciuta oggi verso la metà dell’Ottocento, dopo aver subito una complessa evoluzione da altri strumenti, principalmente dal liuto.
A seconda della collocazione geografica in cui veniva costruito e suonato, ha assunto le più varie denominazioni: mandolino lombardo, bresciano, toscano e così via.
Il più diffuso a cavallo fra Ottocento e Novecento è il Mandolino Napoletano, a otto corde in quattro cori, accordati come il violino . Questa accordatura gli ha permesso di appropriarsi a piacimento della letteratura violinistica. Pare, secondo fonti non del tutto accreditate, che Mendelssohn approvasse addirittura l’esecuzione del suo celebre Concerto per violino anche con il Mandolino.
Le Mandole, strumenti a pizzico come il Mandolino, vengono anch’esse denominate secondo le dimensioni (Mandola contralto, Mandola tenore, Mandoloncello) e secondo il luogo di provenienza e di uso (Mandola portoghese, Mandola russa, Mandola veneziana ecc.).
Dalla seconda metà dell’Ottocento fiorirono vere e proprie Orchestre di strumenti a plettro che oltre al repertorio popolare si rivolgevano anche alla letteratura “colta”, eseguendo apposite trascrizioni che affidavano ai Mandolini, alle Mandole e ai Mandoloncelli delle più varie dimensioni le parti scritte originariamente per gli strumenti ad arco e a fiato dell’Orchestra sinfonica.