BANJO
Sulle origini del Banjo è stata formulata un’ipotesi di derivazione da uno strumento africano formato da una zucca tagliata, coperta con una pelle di capra.
Già dalla fine dell’Ottocento il Banjo ha assunto la forma e struttura definitiva che conosciamo oggi: un corpo cilindrico sul quale viene tesa una pelle di ovino mediante un anello metallico. L’anello è fissato con dei tiranti che possono essere regolati in modo da rendere omogenea la tensione della pelle e l’accordatura alla tonalità desiderata.
Il manico, in origine liscio, è provvisto di tasti come la chitarra o il mandolino.
Il Banjo ha subito ogni sorta di contaminazioni con altri strumenti: sono nati quindi il Banjo-ukulele, il Banjo-chitarra, il Banjolin (Banjo-mandolino) per citare i più usati. Esistono quindi strumenti a 4, 5, 6, 8 corde accordate più comunemente come il mandolino o la chitarra.
Largamente usato nelle formazioni jazzistiche del primo novecento è presente ora nei complessi Dixieland o che ripropongono il Jazz delle origini. Un particolare tipo di Banjo è popolare in Irlanda per l’esecuzione di musica celtica.