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ARMONICA A BOCCA

Lo strumento si basa sullo stesso principio dello shêng, uno strumento già in uso 5000 anni fa in Cina, che permetteva di produrre suoni mettendo in vibrazione delle ance metalliche libere, sia soffiando sia aspirando.

L’armonica a bocca comparve in Occidente (come prototipo però) solo nel 1821 per opera di un giovanissimo dilettante di musica, Friedrich Buschmann, che la denominò “Aura”.

Inizialmente in grado di produrre un numero limitato di suoni nell’ambito di una sola scala musicale, ampliò via via la propria gamma fino a superare l’estensione di due ottave e dotarsi della possibilità di realizzare intervalli cromatici.

All’inizio del Novecento, fra le varie modifiche apportate alla sua costruzione, ci furono dei tentativi di modificare la sonorità mediante l’applicazione di piccoli padiglioni: nacquero quindi il Fluteophone e l’Harmonophone. Gli effetti non furono apprezzabili, per cui queste modifiche vennero abbandonate.

Altri strumenti musicali dotati anch’essi di ance libere, inventati nello stesso periodo, sono la Fisarmonica e l’Armonium.

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